I circa 100 impiegati ed operai, in maggior parte frontalieri italiani, della fabbrica di materia plastica Exten SA di Mendrisio (sud del Ticino) incrociano le braccia da giovedì mattina. La produzione aziendale è stata bloccata alle 05h00 quando il personale si è messo in sciopero per protestare contro la decisione arbitrale della direzione di decutarte gli stipendi dei frontalieri del 26%, quelli dei residenti del 16. Il sindacato UNIA si schiera in loro favore.
Lo sciopero è iniziato giovedì mattina all’alba quando un centinaio di operai ed impiegati ha deciso di bloccare la produzione della firma. In maggior parte frontaliere, la forza lavoro protesta contro la decisione unilaterale della direzione di applicare tagli salariali del 26% per i lavoratori frontalieri e di 16% per i residenti, a partire da subito. Questo in seguito all’annuncio della Banca nazionale Svizzera (BNS) di riportare la parità fra euro e franco.
Stando all’annuncio odierno fatto dal sindacato nazionale UNIA che sostiene gli scioperanti ” gli operai non hanno avuto alcuna scelta: o firmavano il nuovo contratto, o la fabbrica chiudeva i battenti.” Stando al sindactato però “questo ricatto è stato imposto al personale senza che la bensì minima chifra di bilancio sia stata presentata.”
Giovedì verso le 12, in una giornata soleggiata e primaverile, gli operai continuavano a scioperare e l’accesso alla Exten SA era bloccato da alcuni veicoli. Stando alla commissione operaia e ai sindacati, lo sciopero andrà avanti ad oltranza fintanto la direzione non accetterà le condizioni poste dal personale, ossia nessuna penalità e il mantenimento delle condizioni salariali.
Proprietà della famiglia ticinese Carlini, Exten SA ha aperto i battenti nel 1981.La ditta di Mendrisio è andata man mano crescendo fino a raggiungere una cifra d’affari di 45 milioni di euro. E’ attiva nella produzione e la commercializzazione di film, laminati e fogli in plastica (PCV).
Da fine gennaio e senza fornire alcuna spiegazione, come lo indica UNIA giovedì, la direzione annuncia la sua intenzione di decurtare di 26% i salari dei frontalieri e di 16% quelli dei residenti. UNIA indica giovedì che questa diminuzione è la più alta mai registrata dal sindacato da quando “il padronato industriale, ma non solo, ha deciso di puntare sulla forza del franco per aumentare i suoi margini di guadagno.” Exten SA ha inoltre dichiarato che le reduzioni salariali previste saranno effettive dal 1° marzo e ciò in modo permanente.
E questo con stipendi da fame: attualmente un operaio di Exten SA guadagna in media 3200 franchi lordi, tredicesima compresa. Se si tratta di un frontaliera, la paga scende a 2368 franchi lordi
Il personale di Exten SA è stato convocato uno ad uno a partire dallo scorso 11 febbraio ed invitato a firmare le nuove disposizioni contrattuali. Il sindacato UNIA ha chiesto giovedì che sia immediatamente intavolato un negoziato con la ditta. Gran parte degli operai, pur se costretti a firmare le nuove condizioni non le ha accettate ed ha decisio di agire. Di lottare contro questo attacco violento e di rinconquistare la propria dignità. L’assemblea del personale ha quindi chiesto giovedì un ritorno “immediato ai contratti precedenti, un confronto diretto con la direzione dell’azienda, la creazione di una commissione sindacale d’impresa e infine il rinuncio a qualsiasi misura disciplinare in confronto degli scioperanti.
Immagine: Uwe Häntsch, Flickr, CC BY-NC-SA 2.0
Gemma d’Urso, Mendrisio
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